LA DEMOCRAZIA DIRETTA

CONTENUTO

La democrazia diretta.
Il problema sociale.
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LA DEMOCRAZIA DIRETTA

La Democrazia diretta è la grande ricchezza degli Stati che la istituzionalizzano nella loro Costituzione, è il massimo diritto di uguaglianza di tutti i cittadini: abbiamo già scritto che genera benessere generalizzato, occupazione ottimale, l’ambiente più vivibile, sviluppo sostenibile, giustizia sociale, libertà di coscienza, minore debito pubblico e minori tasse, efficienza dei servizi, disoccupazione al minimo, pace duratura, maturazione politica dei cittadini, tolleranza e unità. Pertanto non permette ai politici di uscire dai binari o fare errori, non permette sprechi nella spesa pubblica, tutti i cittadini assieme sono gli autori, i risultati sono stupefacenti.
La democrazia diretta è la madre di tutti i diritti!
Per essere funzionante la democrazia diretta deve avere presenti nella Costituzione dello Stato due istituti fondamentali: il referendum deliberativo e l’iniziativa popolare, senza impedimenti, discriminazioni o quorum. Con questi due istituti i cittadini tutti assieme, liberamente, hanno potere di veto, di delibera e d’iniziativa e decidono loro sul da farsi ogni qual volta lo ritengano necessario, attraverso la raccolta di un prestabilito numero di firme.

Anche nell’antichità abbiamo casi di democrazia (quasi) diretta – poiché potevano votare le classi alte e medie e non la plebe, gli schiavi né le donne – in Grecia, dove tra l’altro fu possibile un meraviglioso fiorire delle arti, della matematica e delle scienze, e nella Roma repubblicana, dopo la cacciate dei re dispotici, che fece diventare Roma grande. Proclamavano i decemviri, magistrati dell’Urbe, ben 2500 anni fa!: “Romani! Nulla di quello che viene proposto può diventare legge senza il vostro consenso, siate voi stessi gli autori delle leggi che devono fare il vostro benessere”.

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Veniamo al futuro che ci aspetta. Nuove forme economiche s’impongono per l’avvento della rivoluzione tecnologica; il potere resta abbastanza parassita, ma col tempo non tiene più e cade. Col cambiamento la ricchezza principale è costituita dalle intelligenze tecno-scientifiche ad alto livello e dalla tecnologia avanzata.
Questa favorisce di per sé la diffusione delle idee e il contatto e la collaborazione stretta fra persone di tutto il mondo, fra piccole o medie aziende per il loro potenziamento ovunque, fra organizzazioni e movimenti per la partecipazione e l’attuazione dei diritti. Sorgono forme nuove d’economia diretta, con spostamento del potere decisionale da chi produce a vantaggio di chi consuma.
Per l’impresa non è più necessario possedere fisicamente i beni di produzione: i servizi sono forniti dalla rete senza intermediari, la ricchezza della nuova economia è costituita dall’accesso ai servizi, da mezzi nanotecnologici o virtuali, da interrelazioni, comunicazioni trasparenti, testimonianze, modelli operativi, invenzioni, collaborazioni, scambio di conoscenze. Anche la moneta diventa virtuale, con pagamenti e depositi virtuali. In futuro, all’interno di settori o paesi più evoluti, probabilmente non c’è più bisogno né di moneta né di baratti.
I tecnici e gli scienziati ad altissimo livello possono realizzare novità avanzate e metterle direttamente a disposizione dei cittadini senza dipendere dai proprietari capitalisti, ormai obsoleti, mentre la distribuzione della ricchezza viene amministrata dai cittadini stessi.
Per raggiungere lo scopo i tecnici appoggiano il popolo favorendo la creazione della struttura che permette la decisione in tempi tecnici brevi e senza interposizioni su tutte le questioni riguardanti la comunità. Tutti sono protagonisti. Il ruolo che i cervelli della ricerca hanno nel prossimo futuro con la rivoluzione tecnologica è quindi della massima importanza.

IL PROBLEMA SOCIALE

Nel mondo i grandi gruppi economico-finanziari impongono i propri interessi, esercitando la loro influenza sugli stessi politici. Esponenti di partiti opposti sono a volte finanziati entrambi dalla stessa lobby, e così chi vota per l’uno o per l’altro partito inconsapevolmente dà il voto al medesimo gruppo di potere economico. In molti Stati gli stessi politici stanno vari anni al potere col pericolo di costituire alla lunga non un servizio, ma una baronia oligarchica. I cittadini non possono difendersi, subiscono o sono ingannati: è l’impotenza del popolo.
Il male sociale è dovuto non a inettitudine o inefficienza dei cittadini, bensì all’assenza dell’istituzione della sovranità del popolo.
Il progresso dell’umanità proviene dall’uguaglianza democratica delle persone, che genera l’innalzamento della condizione umana. Chi meglio dei cittadini stessi conosce quali sono le necessità della comunità e le vuole risolvere nel modo più condiviso, più razionale ed efficace?

L’evoluzione della democrazia richiede uno strumento moderno, che permetta di cogliere il futuro, che dia a tutti i cittadini la dignità e il diritto di decidere con effetto vincolante, facendo risparmiare enormi costi organizzativi e burocratici, con grandi vantaggi per i cittadini e per gli Stati stessi. È la democrazia diretta il fattore di progresso che lungo il corso della rivoluzione tecnologica diventa sempre più indispensabile a motivo del continuo sviluppo, in ogni campo, sia di scambi e rapporti sempre più stretti tra le persone sia di un’economia sempre più diretta, favorendo i cittadini nell’essere sovrani. Non si può più viaggiare con la diligenza a cavalli quando c’è il treno o l’aereo. Inoltre, con l’automazione del voto e la firma elettronica le votazioni hanno tempi tecnici assai brevi e costo zero.

Attualmente i cittadini dell’Unione Europea e quelli italiani sono privi della ‘votazione popolare’ senza quorum, ossia dei due diritti democratici fondamentali: l’iniziativa popolare e il referendum deliberativo – entrambi con immediato effetto esecutivo – due pilastri costituzionali mediante i quali il popolo può proporre e votare delle nuove leggi, che il parlamento non è disposto a fare, e modificare o precedere leggi già votate o da votare. Questi due diritti fanno sì che le leggi siano a misura della gente, che in caso contrario le può correggere a proprio vantaggio. L’autorità di noi cittadini di decidere insieme sulle necessità comuni e sulla rimozione immediata degli errori commessi, è la madre d’ogni diritto: questa è libertà, nel campo sociale è la Libertà!

A noi cittadini non è sufficiente dipendere da rappresentanti, sia pure ben disposti. A un partito non è sufficiente evidenziare gli abusi dei potenti, non basta, anche se encomiabile, promuovere a volte dei referendum abrogativi su certi argomenti, ma esso è veramente ‘vicino’ a noi cittadini se promuove in primis l’istituzione costituzionale dei due suddetti diritti, il riconoscimento ai cittadini di avere autorità. I cittadini devono essere ‘forti’: questo vince! Così quel partito è forte, se dà voce alla gente con effetto vincolante, altrimenti vince ‘l’uomo forte’, che col maggioritario e il premio può produrre gravi danni. Come spera un partito di attirare strettamente a sé i cittadini se nega i diritti democratici fondamentali e la sovranità diretta del popolo? Occorre percepire i tempi, occorre radicarsi nei cittadini; se si ristagna nelle idee del secolo scorso, si resta irrimediabilmente indietro.

I problemi non possono essere risolti con gli stessi schemi mentali e strutture che li creano. Un partito o un movimento, anche di neoformazione, in Italia o in Europa o nel mondo, che non porti avanti la conquista dell’istituzione della democrazia diretta dei cittadini, è obsoleto: non può valutare con anticipo ed è destinato a vivacchiare o a sparire. Ai cittadini spetta la dignità e il diritto di decidere.
Il popolo non deve essere limitato a fare ciò che pochi governanti o amministratori dicono, ma sono questi che devono fare, con la loro capacità e competenza, ciò che il popolo sovrano vuole, sia a livello europeo sia nazionale sia locale! Vi è una differenza abissale. È l’ora che noi cittadini prendiamo coscienza del nostro valore, di essere i coautori della conquista e difesa dei nostri diritti e del nostro benessere. Sapere è potere! Non possiamo restare analfabeti della democrazia diretta, che è il diritto di tutti; la democrazia diretta s’immedesima con la volontà dei cittadini, è totalmente vicina all’anima del popolo, è il segno dei tempi.
Abbiamo un tesoro immenso. Allorché vi è il contributo vincolante del popolo, si sviluppa la grande ricchezza delle potenzialità intrinseche e del contributo di tutti i cittadini e dell’intera nazione: è la soluzione sociale.

Rivolgiamo un appello a tutti i cittadini italiani ed europei: nulla di quanto viene proposto può diventare legge senza il vostro consenso. Con la democrazia diretta siete voi stessi i protagonisti delle leggi che devono fare il vostro benessere; è la più alta espressione della volontà popolare. Possiamo trasformare l’impotenza di noi cittadini nell’autorità di noi cittadini! Andiamo avanti uniti per la buona causa. Sì, noi possiamo!
Invitiamo ciascun politico, partito e movimento progressista a sostenere la sovranità diretta. Occorre una democrazia praticabile.
Abbiamo una fede: che un giorno in Italia, nell’Unione europea e in tutte le Nazioni e Federazioni di Stati sappiamo riconoscere il diritto della sovranità dei cittadini, il diritto dell’uguaglianza. Siamo all’alba di una nuova civiltà che genera libertà, collaborazione, benessere generalizzato, solidarietà, pace duratura, emancipazione, ambiente vivibile, un mondo più giusto e unito.
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Il presente blog, con articoli che sono il risultato di uno studio approfondito, ha un carattere divulgativo e molti possono trovarvi la risposta agli interrogativi sul potere, le ideologie sociali, la democrazia, la politica, la religione, la storia, la via da seguire, la vita di relazione e altro ancora.
Un potere non ha mai l’intenzione di permettere ai cittadini, se non eccezionalmente, di decidere direttamente e liberamente di se stessi. Un potere a volte combatte un altro potere che gli si contrappone, e quelle che ci rimettono sono quasi sempre le popolazioni dei due fronti. I problemi sociali esistono perché il popolo non è sovrano.

Un sistema sociale in generale fa riferimento a un’ideologia, a un’idea basilare, che lo legittima e lo sostiene. Tanto più uno Stato è ispirato dalla democrazia quanto più i cittadini sono considerati uguali e hanno la possibilità di far valere le proprie capacità e necessità. Tanto più un potere è centralizzatore e assoluto quanto più i princìpi su cui si basa sono lontani dalla democrazia e dal bene del popolo e spesso sono fatti giustificare da una teoria sociale oppure religiosa, che sostituisce in pratica l’autorità del popolo.
Molti lettori conoscono già questi argomenti. Nel blog rivediamo insieme le caratteristiche principali che individuano un sistema comunitario e cosa fare per emanciparsi dalle strutture aberranti del potere oppure per migliorare il sistema stesso o per costruirne uno ottimale.

Un ideale, politico, sociale, religioso, culturale, è caratterizzato ed è riconoscibile da certi punti base che riguardano le persone nei loro rapporti:
a) il rapporto dell’individuo con l’ideale stesso;
b) il rapporto delle persone fra loro;
c) il rapporto comunitario.
Negli articoli del blog illustriamo sinteticamente tali punti, relativi ad alcune ideologie che esercitano nel corso dei secoli grande influenza, come quelli insiti nelle strutture assolutistiche dell’impero romano, nella vita sociale offerta dal messaggio originale di Gesù di Nazareth, nel cattolicesimo e confessioni derivate, nella dottrina di Carlo Marx e nel comunismo sovietico, nei poteri ‘forti’, nella democrazia rappresentativa liberale e nella democrazia a sovranità diretta dei cittadini.

La ricerca, durata alcuni anni, è basata rigorosamente su fonti originali o storicamente valide. Sono scritti dirompenti che fanno cadere come dei veli davanti ai nostri occhi, dischiudendo realtà inesplorate e pervenendo alla scoperta sensazionale del DNA profondo che sta all’origine del male sociale.
In particolare l’analisi, vedere la categoria ‘Religione’, sia del messaggio sociale delle prime comunità cristiane, con la relazione sconvolgente tra democrazia e cristianesimo, sia dell’origine, trecento anni dopo, del cattolicesimo, è effettuata essenzialmente sui documenti dell’epoca, rispettivamente, dei primi tre secoli d.C. e dal IV secolo d.C. (dal regno dell’imperatore romano Costantino I) in poi. Tutti questi documenti sono esaminati, è estremamente importante, in stretto ordine cronologico.
I contributi determinanti alle idee e conquiste democratiche del recente o lontano passato sono illustrati negli articoli delle categorie ‘Cenni storici sullo sviluppo della democrazia’, ‘Il costo del potere’ ‘Attualità’ e, in parte, ‘Fatti vissuti’, ‘Riflessioni’, ‘Divagazioni’.
Le possibili realizzazioni, o aspirazioni, del prossimo futuro sono in ‘Siamo piccoli e tanti’, ‘Costituzione democratica diretta’, ‘Direct democratic constitution’, ‘Tecniche della D.D.’.
IL BLOG DESIDERA SOPRATTUTTO DARE LO STRUMENTO RISOLUTIVO VINCENTE: LA SOVRANITÀ DEL POPOLO NELLA LIBERTÀ, VOGLIAMO L’ISTITUZIONE DELLA PIENA DEMOCRAZIA DIRETTA NELLA COSTITUZIONE.
Non riconoscere i cittadini adulti “consapevoli” è una mistificazione.

5 commenti

    1. Non dobbiamo considerare il popolo “bue”, incapace di comprendere e di gestirsi. Questo invece è quanto ha sempre sostenuto il potere, anche quando si lottava per la conquista del suffragio universale e della democrazia rappresentativa. E quando si chiedeva il suffragio universale femminile, per il potere erano le donne incapaci di comprendere e gestirsi. Allorché si voleva permettere il voto ai neri, erano questi incapaci di comprendere e gestirsi.
      In realtà oggi gli Stati dove vi è la pena di morte sono 58 (Cina, Arabia Saudita, Iran, Corea del Nord, ecc.) con capi più o meno autoritari e nessuno di questi, dico nessuno, ha istituito la democrazia diretta nella sua Costituzione. L’unico Stato al mondo in cui vi è la piena democrazia diretta è la confinante Svizzera, dove non solo non esiste la pena di morte, ma neanche la pena di morte “collettiva”, cioè la guerra. Infatti lì da quando hanno istituito nella loro Costituzione la democrazia diretta – ed è da oltre 120 anni – non hanno scatenato neppure una guerra, neanche una guerra civile, eppure lì convivono 3 etnie diverse, 4 lingue diverse, 5 e più confessioni religiose: la gente, se ha lo strumento per decidere tutti assieme, non vuole mandare a morire i propri figli o i propri mariti o i propri fratelli.
      Basterebbe questo per comprendere la grandezza è l’importanza della democrazia diretta.
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      Il presente text web site, pur nei suoi limiti tecnici, vuole svelare, soprattutto ai giovani e agli universitari, una nuova realtà sociale affascinante da conquistare.

  1. Occorre il nuovo corso.
    Perché chiedersi se dobbiamo buttarci a destra o a sinistra? Ormai entrambe sono pilotate dalle miliardarie multinazionali delle grandi fabbriche di armi, del petrolio, delle grandi imprese di costruzione, delle grandi aziende chimiche e da altri gruppi ancora.
    Quello che vogliamo noi è che i cittadini stessi prendano coscienza della loro forza e delle loro capacità, mediante l’istituzione nella Costituzione del potere effettivo dei cittadini di decidere loro, tutti assieme, senza limitazioni, sulle leggi sbagliate o non gradite e su quelle che i “rappresentanti” non vogliono fare. Come in Svizzera.
    Solo questa lotta ci può dare un forte consenso del popolo. Solo questo può realizzare una moltitudine di idee valide contro quelle di pochi capi che sovente sono condizionati da interessi particolari. Solo questa vittoria può salvare la democrazia.
    Questa è l’alternativa, che gli altri partiti non vogliono.
    “Noi vogliamo la democrazia diretta di tutti i cittadini!”.
    Passaparola.

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